“Il pericolo è il mio mestiere”, non è solo la citazione di un famoso film degli anni ’70, bensì il marchio di fabbrica in casa Cosenza. Chi l’avrebbe mai detto ? E’ evidente che in riva al Crati  non piace la normalità, ma si preferisce complicarsi le cose anche quando non ce ne sarebbe bisogno. A Cosenza, dopo stagioni sofferte, sembrava che quest’anno si potesse vivere un campionato all’insegna della tranquillità, invece a quanto pare si è trovato il  modo di mettere in discussione una salvezza che fino a poche giornata fa sembrava più che alla portata dei rossoblù. L’esonero di Fabio Caserta da parte della società, si conferma essere stata fin qui una scelta azzardata quanto affrettata, considerata la tranquilla posizione di classifica e un gruppo che tutto sommato era al fianco del tecnico. Il ritorno in panchina di William Viali, non ha dato quella sterzata tanto attesa, due ko in altrettante gare, entrambe delicate, che hanno portato oggi il Cosenza a dover fare i conti con una classifica seriamente preoccupante.

Nella sconfitta casalinga con il Brescia, il Cosenza è parso scarico, svuotato, privo di quel mordente che dovrebbe avere una squadra che vuole uscire da un momento difficile. Per poter avere delle spiegazioni a tutto ciò, dovremmo rivolgerci al diesse Gemmi, il quale insieme alla società dovrebbe far capire alla tifoseria quale siano i programmi e gli obiettivi prefissati. Domande che probabilmente non avranno risposte, ma bisogna anche far capire al presidente Guarascio e al suo entourage che non si passa in così poco tempo da salvezze fortuite a campionati di alta classifica. A certi livelli, che piaccia o meno, bisogna programmare e raggiungere obiettivi in maniera graduale. Non è certo il fantacalcio. La stagione del Cosenza era in linea con il valore della rosa. Una rosa in grado di disputare un campionato tranquillo, con un occhio alla zona play off.

Sicuramente il tasso tecnico dei rossoblù è aumentato rispetto alle ultime stagioni, non tanto però da poter competere con corazzate del calibro di Parma, Cremonese, Palermo o Como. Discorso a parte per il Catanzaro, artefice di un progetto tecnico da cui in tanti dovrebbero prendere esempio. Sarebbe troppo semplice prendersela con Viali, al quale è stata data tra le mani una patata bollente, ma è chiaro che si è posto in una situazione delicata. E’ da veri autolesionisti far correre il rischio al Cosenza di essere risucchiata in zona retrocessione. La sfida di sabato in casa della Feralpi Salò dell’ex Zaffaroni rappresenta un vero e proprio spareggio da non fallire, considerato il buon momento di forma della matricola lombarda, reduce dall’importante successo di Cremona. Quando prevale l’improvvisazione e la mancanza di figure dirigenziali capaci di mediare ai momenti di difficoltà all’interno di una squadra, ecco che le cose vanno a complicarsi più del dovuto.

Questo è il sesto anno consecutivo del Cosenza in B, sotto la gestione Guarascio, perciò quando verrà recepita la lezione? A quanto pare mai. Ormai le chiacchiere stanno a zero, la classifica impone di conquistare più punti possibili per salvare la categoria. Il Cosenza è ancora una volta il protagonista principale di un thriller, diretto da una proprietà che persevera nei soliti errori, senza rendersi conto di trovarsi in una piazza importante che vanta storia e tradizione. Saranno pure discorsi triti e nitriti, ma bisogna farlo presente in maniera insistente a chi non vuol capire che il Cosenza è una cosa seria. Non resta ancora una volta essere tutti uniti, per difendere da veri lupi con le unghie  e con i denti questo prezioso patrimonio chiamato SERIE B.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 02 aprile 2024 alle 18:14
Autore: Rocco Calandruccio
vedi letture
Print