Sei punti in classifica, cinque gol fatti e sei subiti: questo è il magro bottino ottenuto dal Catanzaro di Fabio Caserta nelle prime sei gare di campionato. Critiche su critiche, talvolta giustificate, tavolta spropositate, non bisogna dimenticare due passaggi fondamentali, la prima è che come ogni buona rivoluzione che si rispetti serve tempo per metabolizzarla, un direttore generale nuovo, un direttore sportivo nuovo, un allenatore nuovo, e un gruppo rivisto e corretto che deve ancora amalgamarsi e trovare i giusti equilibri, il secondo aspetto da dover considerare è una mentalità diversa inculcata da Fabio Caserta, che ancora non ha raccolto i suoi frutti, dunque è inutile oggi mettere in discussione un allenatore all'inizio del suo compito.

E' vero che oggi si è tutti affetti da esonerite, dalla voglia spasmodica di sollevare un tecnico dal proprio incarico con fretta ma ci sono casi e casi. Parola d'ordine pazienza per tutti, ma si riparte da alcuni capisaldi fondamentali, da capitan Pietro Iemmello, da un certo Jacopo Petriccione, da Tommaso Biasci, giusto per fare qualche esempio e da una mentalità propositiva che ha sempre accompagnato questo primo scorcio di stagione. Il Catanzaro ha commesso degli errori, ma non ha mai sbagliato l'approccio, se non nel match contro il Cesena, non ha mai perso in maniera netta ma ha sempre giocato alla pari, raccogliendo probabilmente meno di quanto meritato. Inutile avventurarsi in paragoni con il recente passato, il Catanzaro di Vincenzo Vivarini è qualcosa ad oggi di irripetibile, vincere e convincere è impresa di pochissimi, il Catanzaro ci è riuscito, non per questo però una rosa potenzialmente più completa deve ammainare bandiera bianca all'inizio di un percorso. Si deve provare a fare meglio e non inseguire fantasmi di un allenatore che oggi appartiene al passato come Vincenzo Vivarini, ai posteri l'ardua sentenza...

Sezione: Primo piano / Data: Mar 24 settembre 2024 alle 18:00
Autore: Attilio Malena / Twitter: @attiliomalena
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