Ai microfoni de "Il Calcio Calabrese" è intervenuto Bruno Trocini. Ecco le dichiarazioni del tecnico ex Reggina e Rende.
Sul Cosenza: "Mi sta divertendo. Mi piacciono la voglia, l'intraprendenza e il coraggio che mette in campo. C'è tantissimo di Alvini nel Cosenza, è un calcio molto riconoscibile, ricco di duelli, propositivo anche senza palla con aggressione alta dell'avversario in ogni zona del campo. Questa cosa che mi piace. C'è la volontà da parte di allenatore e squadra di mantenere sempre altissimi i ritmi, è una cosa bella da vedere. Storicamente Cosenza non è mai stata una piazza abituata a questo tipo di calcio, c'era un stile con ripartenze in contropiede e un gioco combattuto, forse per la prima volta ora c'è un modo di giocare diverso che sta funzionando e fa innamorare la piazza. La volontà del Cosenza e dell'allenatore è giocare così tutta la stagione, poi ovvio che ci saranno anche momenti difficili, anche perché è un calcio dove si accetta la parità numerica dietro e può accadere la giornata dove tutto va storto e si perde male. La penalizzazione in classifica fa male e infastidisce, perché guardando la classifica non si vedono ripagati i risultati sul campo , l'unico modo per superarla è continuare a fare risultato come si sta facendo".

Sul Catanzaro: "Per quanto riguarda le parole di Polito, è importante per un allenatore sentire parole di conforto pubblicamente. Sarebbe durissima per chiunque a Catanzaro dopo le stagioni passate, però penso che la stagione comunque non stia tradendo le aspettative".

Sull'avventura a Reggio Calabria: "È stata un'esperienza incredibile, perché in nesuno sport professionistico succede quello che è successo an oi. Ci siamo visti per la prima volta il 14 settembre con 14/15 giocatori poi quattro giorni dopo abbiamo cominciato a giocare con giocatori che arrivavano ogni giorn9 senza preparazione. Per 40 giorni abbiamo giocato di domenica e di mercoledì, quindi non ci siamo mai veramente allenati per due mesi, abbiamo cominciato a lavorare a dicembre quando c'è stata la sosta natalizia. Tutto questo in una città ferita da un fallimento, da una situazione difficile da mandar giù, dove pochi mesi prima si disputavano i play-off per la A e subito dopo ci si è ritrovati in una categoria non consona al blasone. È stata un'esperienza difficle ma molto formativa. Mi ritengo molto sofdisfatto, perché con forti lacune siamo riusciti sd arrivare in finale play-off. Non c'erano dati o riferimenti su come gestire una situazione del genere, sono andato avanti con buonsenso e col confronto con giocatori e staff, cercando di fare meno danni possibili"

Sul suo futuro: "Vorrei tornare fra i professionisti, avevo accettato la D solo per la Reggina. Voglio lavorare e tornare in campo. Come disse Galliani in un discorso fatto al corso UEFA Pro, per gli allenatori la cosa più importante non sono i giocatori ma gli allenatori: è una verità assoluta, la prima cosa è avere a che fare con una società competente".

Sul caso Bergamini: "Per tutto il mondo del calcio e in particolare per noi cosentini era una ferita che sanguinava da tanto tempo. Io quel giorno ero lì, ero un ragazzino che era con la prima squadra e ho ricordi dolorosi di quel giorno. Sono contento che finalmente sia arrivata la fine di questa storia che ha fatto male un po' a tutti".

Sezione: Primo piano / Data: Gio 03 ottobre 2024 alle 00:03
Autore: Adelmo Maria Pagliuca / Twitter: @adelmopagliuca
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